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al testo di Flavio Manco
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Non so esattamente cosa aspetto una risposta, un'idea, una domanda forse è arrivata forse no una volta la chiamavano Musa.
Anch'io avevo una musa, ma non mi ascoltava le parlavo, ma non mi ascoltava, così cominciai a scrivere, come un pazzo; uno così fuori di testa non lo avevo mai visto dicevo ogni volta alzando lo sguardo allo specchio.
Chissà che fine abbia fatto la mia ispiratrice, ora che mi ha fatto disperare del suo essere non posso fare a meno di parlare di lei. Chissà che fai, magari disperi altri. Lei viveva e mi influenzava, non capivo, non capisco come, ma provavo emozioni sbagliate.
Quante pagine sprecai lo sa dire solo lei, quante penne consumai sotto quella lampada imprimendo con forza sul foglio bianco in cerca di sfogo una matita, gomma sempre a lato,pronta alla prima parola di troppo. Molte cose che ti volevo dire sono nascoste sotto altri scarabocchi ripassati poi in bella.
Magari non sono ritmico, erudito, ma non devo piacere, io scrivo perchè la mia Musa non sente faccio ordine nelle mie emozioni e le trasferisco a lei, perchè se mi rende felice voglio condividere questa bellezza, se mi rende triste lo deve comprendere. |
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